mercoledì 4 febbraio 2009

Lavoro accettato al convegno 3° HOT TOPICS IN UROLOGIA, Genova 12-13 Febbraio 2009

Lavoro accettato al convegno 3° HOT TOPICS IN UROLOGIA, Genova 12-13 Febbraio 2009
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Metastasi uroteliale in condotto ileale dopo cistectomia radicale. Case series e revisione della letteratura.
Giovannalberto Pini,* Ahmad Hind,1 Ferdinando Martino,1 Domenico Viola,1 Roberto Rossi1, Matteo Spagni,1 Leonardo Manoni,1 Antonio Martinelli1 e Sergio Leoni.1

*Clinica Urologica, Università di Modena & Reggio Emilia, Italia
1 Unità Operativa Complessa di Urologia, Arcispedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia, Italia

*Corrispondenza: Giovannalberto Pini, Struttura Complessa di Urologia, Arcispedale Santa Maria Nuova, Viale Risorgimento 80, 42100 Reggio Emilia, Italy, +39 3398037900.

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"HOT TOPICS in UROLOGIA"
GENOVA 12-13 febbraio 2009
Abstract
Obiettivi
Una localizzazione metacrona di neoplasia uroteliale in un condotto ileale dopo cistectomia radicale, è un eventualità relativamente rara e dal 1975 ad oggi sono riportati 21 casi. Più in particolare solo 9 presentavano come unica localizzazione il condotto ileale.
Con riferimento alla letteratura, e dopo revisione della nostra esperienza di 382 ureteroileocutaneostomie (sec.Bricker e sec.Wallace), riportiamo il caso di 2 pazienti con sviluppo di carcinoma a cellule transizionali nel condotto, rispettivamente a 5 e a 6 anni dalla cistectomia analizzandone l’iter diagnostico, terapeutico ed il follow up.
Materiale & Metodi
Abbiamo eseguito valutazione retrospettiva della documentazione clinica dei 2 casi in analisi, risalendo ai dati relativi all’intervento primitivo di cistectomia radicale ed ureteroileocutaneostomia, al decorso clinico postoperatorio, ai segni e ai sintomi di presentazione della recidiva uroteliale, agli esami di diagnosi di recidiva, e alla scelta terapeutica definitiva.
Risultati
Nel primo caso, una donna di 78 anni con anamnesi di carcinoma a cellule transizionali della vescica multifocale plurirecidivo sottoposta a 72 anni ad exenteratio pelvica, la laparotomia esplorativa mostrò una neoplasia uroteliale del solo condotto ileale a tutto spessore ed esteso al tessuto adiposo periviscerale. Dopo la fase demolitiva le venne confezionata una nuova ureteroileocutaneostomia. A 9 mesi dall’intervento la paziente è vivente, in buona salute con ansa ileale funzionante.
Nel nostro secondo caso un uomo di 76 anni monorene funzionale destro sottoposto a cistectomia radicale per carcinoma a cellule transizionali in situ ed inefficace chemioterapia endovescicale con BCG, una ileoscopia aveva permesso di visualizzare la neoformazione e di eseguire biopsia a freddo della stessa confermando la recidiva uroteliale. Il paziente dopo rifiuto della chemioterapia e di ogni altra procedura chirurgica a 5 mesi è vivo ed in condizioni accettabili.
Conclusioni
L’eziopatogenesi di una neoplasia uroteliale metacrona in un condotto ileale con alte vie escretrici libere dalla malattia d’origine è tuttora sconosciuta. Il lungo intervallo di tempo trascorso nei due casi esclude che si tratti di un “seeding” chirurgico. Nel caso in cui è stato eseguito l’intervento chirurgico con la demolizione del condotto e dei segmenti anastomotici, e il riconfezionamento di una nuova ureteroileocutaneostomia in altra sede la paziente gode di buona salute. I pochi pazienti trattati e i brevi follow-up della nostra casistica e della letteratura per la severa prognosi, non devono scoraggiare interventi chirurgici di demolizione dell’ansa e di riderivazione urinaria che ci sembra la migliore scelta.

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